Delocalizzazioni ed esternalizzazioni della produzione, da parte di aziende italiane, in Bulgaria non sono un novità. Anche grande marchi, della finanza come dell’abbigliamento, hanno da diverso tempo attraversato la vecchia cortina dell’Est Europa e dei Balcani, per approdare tra i dolci lidi (per chi fa impresa) della Bulgaria, attirati primariamente dal basso prelievo fiscale (flat tax al 10% sulle persone fisiche e sulle aziende) e dal basso costo del lavoro.

Andremo quindi conoscere i nomi e brevemente le storie di grandi marchi italiani, tre in questo post e tre nel prossimo, che, con successo, ha cercato e, direi, trovato gloria qui in Bulgaria.

Miroglio

Si scrive Miroglio si legge filati. La Miroglio sin dal primo dopoguerra, è stata una delle aziende italiane del ramo tessuti ed abbigliamento ad aver vissuto nel corso del tempo uno dei più clamorosi sviluppi industriali. Nata nel cuneese oggi l’azienda è presente in 20 Paesi in tutto il mondo. In particolare è attiva in Bulgaria a partire dal giugno del 2008 quando, grazie ad una partnership col gruppo Ayaydin ha portato il suo know how e il suo expertise fuori dai confini nazionali italiani, conquistando non solo la piazza bulgara ma anche quella di altri Paesi dell’area come Russia, Romania, Ucraina, Bulgaria, Kazakistan, Moldavia.

Generali

Con un fatturato di quasi 100 miliardi di euro la Generali è di fatto la prima compagnia assicurativa italiana mentre in Europa si pone sul podio, al terzo posto, dietro Allianz e Axa. Nata alla fine del 1800 a Trieste la compagnia non ha praticamente mai vissuto fasi di crescita. Si è sempre sviluppata uscendo ben presto dal solo orizzonte italiano e lanciando ramificazioni anche in Sud America ed Est europeo ed asiatico. In Bulgaria la Generali è presente dai primi anni 2000 quando, tramite la sua controllata Austria Holding, e in consorzio con Eureko e TBI ha acquisito la DZI, che ai tempi era la principale impresa assicurativa bulgara.

Mapei

Mapei, come Miroglio prima e Generali dopo, è uno di quei brand che tutti conosciamo in Italia. La novità, che forse non sapevate, è che da diverso tempo è conosciuto anche in Bulgari dove è arrivata nel 2009 quando rilevò l’impianto produttivo di Ruse, circa 15 mila metri quadri, a pochi chilometri dal confine con la Romania, in cui ai tempi si producevano adesivi per la posa di ceramica e sistemi di isolamento termico. Un affare da 3.5 milioni di euro, un ottimo affare la Mapei che tramite quella acquisizione si apri una nuova fetta di mercato in Bulgaria e potè inoltre aumentare la sua capacità produttiva su scala mondiale, potendo contare su un nuovo sito industriale dai bassi costi di manodopera.